Teatro.Org ha incontrato al Teatro Derby di Milano Fabio Canino, che ci parla del ritorno sul palcoscenico dello spettacolo-cult “Fiesta”.
Questo spettacolo nasce nel 2001 a Roma e doveva essere una boutade prevista in cartellone nel periodo natalizio di quell’anno, per tre settimane…poi visto l’enorme successo e vista la “carrambata” che ci fece in diretta da Raiuno Raffaella Carrà, lo spettacolo ebbe un enorme consenso di pubblico e di critica che finimmo per fare 3 anni di “tutto esaurito” e non si riusciva mai a interrompere. Il successo di Roma portò molte richieste: ricordo che facemmo una settimana di sold-out nella mia città natale, Firenze…
Tutti ci hanno chiesto in questi anni di rifarlo e così Diego Longobardi, mio co-protagonista ha detto: “O lo facciamo ora o non lo facciamo mai più!”. Fortuna ha voluto che Raffaella Carrà sia ripartita con “Carramba che fortuna” e quindi la consideriamo quasi come una benedizione. La grande attesa sulla piazza di Milano sta dando i suoi frutti e si è riproposta anche a Roma, dove torneremo in primavera per concludere questa avventura.
E’ uno spettacolo drammaticamente attuale, perché alcuni temi che noi affrontavamo sette anni fa si ripropongono oggi, addirittura peggiorati, come la cattiveria della Chiesa nei confronti degli omosessuali; non dimentichiamoci infatti che lo spettacolo è un affresco sarcastico, quasi “almodovariano” sui luoghi comuni e gli stereotipi dei gay.
Quanta ironia e quanto c’è di “luogo comune” nello spettacolo?
Abbiamo forzato volutamente questi aspetti, pensando di rivolgerci a un pubblico che difficilmente è preparato per capire quelli che chiamiamo “ruoli”, sia nella vita che nello spettacolo. Utilizzando l’ironia, però…Prendendoci in giro per primi portiamo per mano lo spettatore magari meno avvezzo a determinati meccanismi o linguaggi. Ma alla fine tutti capiscono perfettamente quello che vogliamo dire: se uno è buono lo è indipendentemente dalla propria identità sessuale, se uno è stronzo è stronzo e punto.
E il pubblico accoglie questi meccanismi?
Assolutamente sì! Abbiamo aggiunto al pubblico che va a teatro magari anche per la curiosità del personaggio televisivo – non lo nego – un altro tipo di pubblico divertito dall’idea di vedere uno spettacolo atipico, dove ci sono le canzoni della Carrà e cinque pazzi che ne festeggiano il compleanno, e con un finale che viene deciso dalle persone in sala, sulla base di tre finali diversi.
Lo spettacolo resterà a Milano per tutto il periodo delle festività…
Guarda, noi siamo partiti con l’idea di terminare il 31 dicembre, ma viste le richieste, molto probabilmente dovremmo replicare una settimana in più. E naturalmente ci piace l’idea di festeggiare il Capodanno con gli spettatori milanesi.
E in questo periodo come si svolge la tua giornata milanese?
E’ molto divertente, mi piace molto perché io ho studiato a Milano, ma non ci vivrei tutto l’anno. Questa volta mi sono proprio organizzato tra impegni professionali e dedicare del tempo a cose che nella città dove vivo, in questo caso Roma, non avrei mai il tempo di fare!
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